Primo soccorso arresto cardiaco
Impariamo le giuste manovre per praticare la rianimazione cardio polmonare
L’arresto respiratorio o l’arresto cardiaco, è purtroppo una delle principali cause di morte degli ultimi tempi.
Ultimamente, questa condizione, ha registrato un’enorme aumento nei giovani, soprattutto gli sportivi.
A volte, alcuni casi, portano necessariamente alla morte: i cosiddetti “Infarti fulminanti”, ai quali purtroppo possiamo fare ben poco.
Nella maggior parte dei casi, però, la tempestività del soccorso è fondamentale: In caso di infarto, infatti, bisogna necessariamente agire prontamente, dato che dopo 8-10 minuti, il danno anossico diventa irreversibile.
Ecco quindi i passaggi principali che tutti possono fare in caso di arresto cardiaco:
CHIAMARE IL PAZIENTE
Prendendo l’esempio di un amico che cade improvvisamente a terra, la prima cosa da fare è scuoterlo e chiamarlo, per valutare se è cosciente o meno. Se non risponde, avvertite immediatamente il numero unico emergenza 112.
Nell’attesa, allineate il paziente su un piano rigido (pavimento) e scopritegli il torace.
GAS
“GAS” è una sigla che si usa in campo medico, che sta per “Guardo- Ascolto- Sento”. Bisogna fare un’iperestensione della testa, mettendo una mano sulla fronte e una sotto il mento e portare la testa indietro, per poi mettersi con la guancia vicino alla bocca del paziente, in modo che possa permetterci di sentire se respira e contemporaneamente guardare il torace, per vedere se ci sono movimenti. Questa procedura si fa per 10 secondi. Se non vediamo né sentiamo niente, significa che non respira.
In questo caso, se si è in due uno di voi dovrà mantenere la posizione della testa, mentre l’altro procederà con la rianimazione cardio polmonare.
Se si è da soli, lasciate perdere iperestensioni e compagnia bella e procedete immediatamente con la rianimazione.
RIANIMAZIONE
COME SI FA?
Bisogna mettersi di fianco al paziente, con le braccia tese e le mani una sopra l’altra posizionate al centro del torace.
Le braccia non devono mai piegarsi, la pressione che andremo a fare deve provenire dalla spinta del corpo.
Quando andremo ad esercitare la pressione sul torace del paziente, dovremo premere e rilasciare completamente, in modo da comprimere e rilasciare il cuore.
Si fanno 30 compressioni toraciche alternate a due ventilazioni.
L’ambulanza avrà certamente tutta l’apparecchiatura più indicata, come l’ossigeno e il pallone ambu. Voi sicuramente non ce l’avrete, quindi, se ve la sentite, potete fare la respirazione bocca a bocca, e procedere con la rianimazione fino all’arrivo dell’ambulanza.
QUALI SONO I SINTOMI DELL’INFARTO?
La sintomatologia si presenta con un dolore toracico (angina) prolungato (> 20 minuti) che insorge a riposo e non regredisce spontaneamente. Questo dolore ha determinate caratteristiche:
intensità variabile, in genere intenso e talvolta insopportabile; è descritto come costrittivo, schiacciante, oppressivo (tipicamente “come un peso” o “una morsa” al centro del petto), è localizzato tipicamente dietro lo sterno, ma anche sopra lo stomaco (talvolta il dolore viene scambiato per bruciori di stomaco associati a cattiva digestione), può irradiarsi a tutto il petto, soprattutto la parte sinistra, al braccio sinistro fino al polso e alle dita, ma anche alla spalla, al collo, alla mandibola e tra le scapole, può accompagnarsi a sudorazione fredda, nausea, vomito, debolezza e vertigini.
Un’altra manifestazione può essere lo svenimento (in circa un caso su 10, questo è l’unico sintomo dell’infarto) e in una percentuale di casi, 15-20 per cento, l’infarto può essere indolore (incidenza più elevata nei soggetti diabetici).
In una piccola percentuale l’infarto acuto del miocardio può presentarsi con le caratteristiche della “morte improvvisa”.
Guarda il video della rianimazione cardio polmonare, e ricorda come prima cosa allerta subito il numero unico emergenza 112